Comitato Dora/Spina3

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SUPERGA: PROPRIO UN GRAN BEL PRIU!

La Superga è una fabbrica storica di Torino, fondata nel 1911.

Situata nei 31.000 metri quadrati tra le vie Verolengo, Orvieto, Luini ed Assisi, produceva in loco le scarpe oggi famose nel mondo.

I suoi operai, molti dei quali donne, furono protagonisti della Resistenza antifascista e, nel dopoguerra, di lotte contro l'introduzione del cottimo e contro il decentramento delle lavorazioni voluto dai successivi passaggi di proprietà, decentramento che ha via via spostato la produzione nel Sud -Est asiatico.

Gli operai ottennero pure la costruzione dell'asilo su via Verolengo, ora municipale.

Alla fine degli anni '90 la Superga, che lamenta un bilancio in forte perdita, ricatta il Comune con la minaccia dei licenziamenti ed ottiene, nel giugno del 1998, di vendere l'area con la garanzia di salvare l'occupazione dei quasi 2OO addetti rimasti.

L'operazione avvenne per il tramite di un PRIU, un Programma di Riqualificazione Urbana, di quelli che variano caso per caso il Piano Regolatore e finanziano le iniziative dei proprietari fondiari e immobiliari con ingenti investimenti messi a disposizione dallo Stato.

Nel caso della Superga si permette la vendita, per 10 miliardi di lire, di circa tre quarti dell'area ad un costruttore privato (Franco Costruzioni) che, utilizzando la variazione di destinazione d'uso del terreno da industriale a residenziale, costruisce alloggi per 500 nuovi abitanti.

In cambio di ciò la proprietà della Superga rinuncia alla speculazione edilizia sui restanti 8.000 metri quadri (che comprendono la palazzina degli uffici su via Verolengo) e li cede al Comune ad un prezzo contenuto, finanziato dai 4,3 miliardi del PRIU stanziati dallo Stato.

La Superga stessa si fa carico della riprogettazione di questa parte dell'area che è destinata a servizi sociali (inizialmente furono previsti uffici circoscrizionali, locali per imprenditoria giovanile e un museo della storia operaia della fabbrica).

Ma già l'anno seguente, nel 1999, ci s'accorge della truffa: nei magazzini di Rivoli dove avrebbe dovuto esser trasferita l'occupazione, la produzione non riprende e gli operai rimasti sono destinati a fare la cernita tra le scarpe fallate e perciò invendibili.

Gli spazi acquistati dalla Città (edifici di 2 e 3 piani per complessivi 3.200 metri quadri, in un'area di 5.300 metri quadri complessivi) sono destinati a vari servizi pubblici: la palazzina storica di via Verolengo, quella degli uffici, a seguito di "forti richieste di servizi sociali e sanitari", è stabilito diventi un centro sanitario con le seguenti funzioni:

  • servizi per la salute mentale
  • ambulatori di base, di prelievo e di analisi con annesso centro prenotazioni
  • palestra per il recupero e la riabilitazione funzionale
  • uffici del distretto per la medicina legale
  • sala riunioni e servizi vari.

Il costo dell'intervento, nel 2001, era stimato in 5 miliardi di lire; l'inizio lavori a marzo del 2002 e la fine a marzo 2004.

L'edificio retrostante, di cui inizialmente era prevista la demolizione, doveva essere ristrutturato e ivi sistemate provvisoriamente, alcune opere del Museo d'Arte Antica di Piazza Madama con un laboratorio annesso di restauro e studio sulla conservazione delle opere d'arte.

Accanto alle case costruite in tempi brevi dal costruttore privato avrebbero dovuto sorgere da subito un'area a verde attrezzato con giochi per bimbi, un percorso per disabili, un pergolato ed una fontana.

Ma la "forma sinergica pubblico-privato" evocata dalla delibera circoscrizionale del luglio 2001 anche qui non s'avvera e nella realtà, agli inizi del 2003, le opere (che sono a carico delle imprese, che non pagano più oneri d'urbanizzazione, ma s'impegnano a costruire direttamente i servizi pertinenti alle case) sono ancora da fare.

Tanto che i nuovi residenti protestano a lungo per la zona-cantiere rimasta aperta ed ottengono alla fine la costruzione dell'attuale piazza tra le case, così come previsto dalla convenzione tra costruttori e ِComune.

Così come la messa in sicurezza degli edifici della ex-Superga, oggetto anche di incursioni di naziskin alla caccia di occupanti extra-comunitari.

Nel settembre 1999 il Comune consegna alla ASL3 i locali della ex palazzina degli uffici della Superga destinata a Poliambulatorio, la quale ASL dispone del progetto di ristrutturazione redatto a cura e spese della Superga e dal 2001 avrebbe anche a disposizione gli 8,5 milioni di euro per ristrutturarla.

Ma i lavori non sono ancora iniziati.

La stessa ASL oggi paga 180.000 euro l'anno per l'affitto degli ambulatori di via del Ridotto e di corso Toscana (quest'ultimo destinato ad essere sostituito dal previsto nuovo poliambulatorio dell'ex Marco Antonetto).

Nell'aprile del 2005 il Direttore dell'ASL 3 riferisce ai Sindacati Pensionati CGIL-CISL-UIL di zona che il Poliambulatorio della ex-Superga verrà costruito a partire dal settembre 2006 e la fine dei lavori prevista per il marzo 2008, quattro anni dopo, dunque, la data inizialmente definita.

Lo stesso afferma il sindaco Chiamparino nell'assemblea pubblica presso la Sisport del giugno di quest'anno.

Il Comitato Dora Spina tre ha scritto una lettera sull'argomento Superga all'Assessorato regionale alla Sanità il 4 maggio, poi sollecitata il 12 ottobre. Senza alcuna risposta.

5 novembre 2005