Comitato Dora/Spina3

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Le richieste dei cittadini (marzo 2005)

Al Presidente della Regione Piemonte
Al Sindaco e ai Gruppi Consiliari della Città di Torino
Al Presidente, alla Giunta e ai Gruppi Consiliari delle Circoscrizioni 4 e 5

e p.c.: agli organi d’informazione

Torino, 9 marzo 2005

Il Comitato Dora / Spina tre è nato dalle esigenze dei cittadini della zona circostante il cosiddetto Parco Dora, sia di quelli già residenti che di quelli che stanno venendo ad abitare nelle case di nuova edificazione.

Durante le numerose riunioni effettuate, ed anche nel corso della manifestazione indetta il giorno 5 marzo davanti alla ex-Superga di via Verolengo angolo via Orvieto, sono emerse opinioni e richieste che intrecciano i problemi attuali, dovuti all’attività contemporanea di numerosi cantieri, a quelli di prospettiva, che riguardano la vivibilità ed i servizi della zona.

Ci rivolgiamo alle Istituzioni (come già fatto con precedenti lettere, riguardanti singoli problemi concreti) perché tengano presenti queste considerazioni e queste proposte nella loro attività amministrativa, in quanto siamo convinti che i cittadini debbano aver voce e ruolo non passivo nelle trasformazioni del territorio che li riguardano.

Gli abitanti di questa zona, che interessa i quartieri storici di Borgo Vittoria, Madonna di Campagna, Lucento e San Donato, hanno convissuto per anni con grandi impianti industriali, che procuravano sia lavoro che inquinamento delle acque e dell’aria. Vediamo dunque nella dismissione di queste fabbriche un’occasione di riqualificazione dei nostri quartieri ed una possibilità di dotarli di servizi pubblici efficienti; speriamo, inoltre, che le modificazioni previste comportino ambienti urbani piacevoli.

In effetti i cosiddetti programmi di riqualificazione urbana dovrebbero riguardare “interventi di edilizia non residenziale che contribuiscano al miglioramento della qualità della vita nell’ambito considerato e interventi di edilizia residenziale che inneschino processi di riqualificazione” ed a questo scopo sono destinati ingenti fondi di varia provenienza.

Nei fatti, per ciò che ad oggi si vede nell’area considerata, sembra che il piano regolatore ed i programmi di riqualificazione abbiano avuto anche l’effetto di consentire la costruzione di edifici di pesante impatto ambientale, che comportano problemi di vivibilità nelle case ad essi vicine, e di cancellare quasi del tutto la memoria industriale, che potrebbe essere tramandata alle giovani generazioni, in forme da costruire in modo partecipato.

Si presenta, soprattutto, una netta sproporzione tra le strutture private (IPERCOOP, Medusa, nuova Curia, varie residenze) e quelle pubbliche, col pericolo che, mentre le prime sono già costruite, in costruzione o sono state finanziate, le seconde arriveranno semmai più tardi e in tempi non contestuali.

Riprendiamo queste considerazioni dal dibattito che s’è aperto anche sui giornali cittadini.

Allo stato attuale delle cose sembrano invece esser meno considerate molte delle importanti motivazioni alla base di un progetto, quello della Spina 3, che più volte è stato definito una grande opportunità offerta dalle trasformazioni urbane ed un’occasione di sviluppo sostenibile.

Mentre crescono le torri, infatti, non si hanno certezze sul contestuale inizio dei lavori per i servizi; ciò che può creare la preoccupazione che ci vorranno anni, come già altrove è avvenuto (ad esempio nei quartieri popolari degli anni ’60 o, più recentemente, nella E27 ed E29) affinché la zona sia dotata di strutture pubbliche adeguate alle necessità dei vecchi residenti e delle migliaia di nuovi. Tali servizi dovrebbero invece essere distribuiti sul territorio per renderli accessibili a tutti.

Nel frattempo, sono numerosi i giorni in cui le polveri dei cantieri, malgrado gli accordi (forse insufficienti) con le imprese e con l’AMIAT per un programma di pulizie concordate, invadono le abitazioni attorno ai cantieri dei lavori e procurano, o accentuano, problemi di salute per i residenti, soprattutto per i bambini e gli anziani.

Tali problemi sono ovvii a molti cittadini della zona e cerchiamo di presentarli in modo organico all’Amministrazione della Città e della Regione (per le loro competenze) perché siano discussi e valutati nelle forme e nelle occasioni che saranno previste.

Più in particolare sottolineiamo che:

- occorre una verifica degli accordi stipulati con le imprese costruttrici e con l’Amiat, onde abbattere e tenere sotto controllo le polveri prodotte dai cantieri; ciò potrebbe portare ad individuare un responsabile di zona, quale quello previsto ad esempio dalla legge 626 sui posti di lavoro, che giornalmente faccia una verifica del rispetto degli impegni

- tale problema delle polveri sarà anche prevedibilmente presente nel corso dei prossimi lavori di abbattimento della sopraelevata di corso Mortara, per cui sarebbe utile agire in modo preventivo, prevedendo anche un controllo da parte dell’ARPA delle sostanze che verranno sparse nell’aria con la demolizione del grande manufatto

- i parcheggi pubblici nella zona sono già carenti e lo sono ancor più col procedere dei lavori che restringono talvolta le pubbliche vie. Si torna a richiedere che non ci si accanisca contro eventuali auto parcheggiate in sosta vietata per la notte e si preveda che gli addetti ai lavori possano parcheggiare all’interno della zona cantieri.

Si richiede inoltre di informare tutti i cittadini:

- sulla soluzione adottata per la stombatura della Dora nel tratto compreso tra via Livorno e corso Principe Oddone. Tale lavoro avrebbe dovuto essere effettuato dell’impresa che ha dismesso l’attività ed evidentemente influisce in modo notevole sulla effettiva qualità di un bel tratto del futuro parco

- sulla sicurezza delle sponde fluviali nel caso di nuova piena catastrofica e sugli studi effettuati per individuare eventuali conseguenze sulle edificazioni a ridosso del fiume

- sulla qualità del verde nel futuro parco, che sarà certamente un importante polmone per una zona scarsamente dotata di verde pubblico. Visto che in alcuni tratti il terreno è irrimediabilmente compromesso dalle precedenti attività industriali e che nel frattempo si disporrebbe di verde artificiale e di flora selvatica esistente, si chiede quali saranno i tempi per la fruizione effettiva di un parco quale quello propagandato dalle pubblicità delle società immobiliari ampiamente diffuse sui mezzi d’informazione

- sul numero e la disposizione di nuove scuole di vario grado da inserire nella zona e se sono già stati stanziati i fondi per quella struttura per l’assistenza per l’infanzia (nido-materna) che sappiamo esser prevista nel comprensorio Vitali

- sul numero dei parcheggi pubblici che sono stati previsti nella zona di nuova edificazione

- sul ruolo futuro della Stazione Dora, che potrebbe rafforzare la propria funzione di stazione metropolitana per l’accesso al centro città

- sui tempi di costruzione dell’Ambulatorio sanitario che doveva essere terminato entro il marzo 2004 nei locali della ex-Superga e che è molto importante per il presidio sanitario della zona

- sugli impianti sportivi pubblici previsti nel Parco, particolarmente importanti per l’accesso all’attività fisica di base da parte degli abitanti della zona, i quali sono costretti oggi ad utilizzare le piccole strutture esistenti, come la pista di pattinaggio all’angolo di via Orvieto con via Verolengo, poi utilmente trasformata in campo di pallacanestro, ed ora soppressa per l’estendersi del cantiere

- sugli ulteriori centri d’incontro per giovani ed anziani che diano possibilità di aggregazione alle migliaia di abitanti che verranno ad abitare in zona, nella logica di favorire la coesione sociale e la partecipazione dei cittadini alla vita dei quartieri. Ciò affinché i luoghi d’incontro non siano esclusivamente strutture private e/o mercantili.

- sulle valutazioni dei flussi di traffico che gravitano sull’attuale corso Mortara e che in futuro dovranno convogliarsi, fino a corso Potenza, sul tracciato dell’ex galleria ferroviaria degli stabilimenti industriali

- sull’intenzione di conservare una parte degli edifici preesistenti e sul loro possibile utilizzo a fini culturali e di conservazione della memoria storica.

Certi dell’attenzione a queste sollecitazioni delle cittadine e dei cittadini della zona, cordialmente salutiamo.

Comitato Dora / Spina 3